Community e libri: ci vediamo al Salone del Libro
11 Monday May 2015
Posted community, e-collaboration, online community, speech
in11 Monday May 2015
Posted community, e-collaboration, online community, speech
in15 Sunday Mar 2015
Posted community, online community, phd, speech
inE alla fine dopo Nmila traversie sono riuscita ad andare al convegno delle Stelline (#stelline15) che quest’anno compiva 20 anni e si intitolava “Digital Library, la biblioteca partecipata” [per chi non è bibliotecario, è l’eventone sociale/scientifico dell’anno per i bibliotecari, specie quelli del Nord].
Mi hanno invitata Li ho implorati di invitarmi per dire delle cose sul lavoro di ricerca che sto facendo per il phd e presentare dei risultati per la prima volta in pubblico in un ambiente in cui mi sento a casa mi sembrava una furbata.
Eh sì perchè io alla fine sono una bibliotecaria. Sono quella che ha scelto di studiare biblioteconomia, lo ha fatto a Parma negli anni d’oro e poi ci ha lavorato per un po’. Poi ho cambiato idea. Anzi no. Poi mi sono guardata attorno e mi sono sentita come quando scendi dalla giostra che gira. No, non ho vomitato 😉 ma ho faticato a ritrovare l’orientamento. Dove era questo lavoro che mi hanno insegnato a fare? Boh, mi sembrava sempre più a esaurimento nei termini in cui se ne parlava in Università e, soprattutto, rispetto a quello che ti chiedevano nei concorsi. Per mia fortuna sono sempre stata una pessima catalogatrice (sembrava che fosse il core della professione) e ho studiato con dei bravi prof. (Tammaro e Salarelli sopra tutti) che mi hanno instradato bene e mi hanno fatto capire che le cose cambiano e che vivaddio siamo resilienti.
In questi giorni alle Stelline ci ho pensato tanto a questo mio percorso che mi ha portato da studente entusiasta a bibliotecaria entusiasta (e assunta a tempo indeterminato che c**o eh?- eh si, ma anche no. Sono stata brava e me lo sono guadagnata-), a community manager che alla fine a 33 anni e con una famiglia si rende conto che non ne sa abbastanza e ritorna sui banchi.
E adesso vi voglio raccontare una cosa. Quest’anno a METID abbiamo fatto l’outdoor (giornata di team building e formazione in esterni, figo il posto in cui lavoro no?) più bello di sempre. In gruppi avevamo dei giochi di legno da replicare con la supervisione dei ragazzi de Il Tarlo. Per farla breve dopo due ore il mio gruppo aveva fatto questa cosa che vedete qui sotto e io avevo usato la sega circolare da banco (cosa di cui vado ancora adesso fierissima).
La morale di questo aneddoto? Dire “non ho le competenze, non lo so fare” è una maledetta scusa. Le competenze si sviluppano. Punto.
Questa cosa vale ancora di più per i bibliotecari che vogliono fare i formatori sulle loro competenze, ma mai mollare il terreno su cui sono abituati a pascolare. Non è arrogante permettersi di dire sempre come ho sentito ancora quest’anno al convegno “Gli utenti non hanno le competenze e non vogliono imparare” (a cercare nel catalogo, a capire collocazioni e regole astruse), senza chiedersi quali competenze da parte nostra servono loro?
Entrando alle Stelline per festeggiare i suoi 20 anni, per me che le frequento da 15, ho notato subito che mai come quest’anno c’era la polarizzazione (a anche una certa aria di sfiga). Bibliotecari divisi in due: quelli attaccati alla sedia, a quello che hanno sempre fatto e invece chi crede che le cose possano essere fatte diversamente. Come dice il mio amico @fraenrico in un bel post
Fatevi da parte, se non potete aiutare”
Dire bibliotecario per certi versi oggi è come dire sarchiapone, se non definiamo cosa ci mettiamo dentro per me ora non vuole più dire niente.
Ho partecipato a una tavola rotonda dove @aubreymcfato ci ha portato a ragionare in termini di biblioteche digitali partecipative. E mi ha colpito che i bibliotecari parlassero tanto, tantissimo di loro stessi e molto di meno delle cose che fanno. Mi spiego: quando parlavano di community a parole dicevano che volevano fare una community per gli utenti, ma poi si capiva che era una community funzionale a loro. E quindi? Questo mondo bibliocentrico centrato sulle collezioni oggi, anno 2015, a 10 anni dalla mia laurea quando era già dato per agonizzante con tanto di estrema unzione impartita, ancora permane al centro del dibattito.
Ora che guardo le cose da un’ altra prospettiva praticando un mestiere che non è più quello della persona che sta in biblioteca, mi viene una tale rabbia a vedere che il mondo dove avevo scelto di esercitare la professione è fermo al palo e mi chiedo, vi chiedo #dichecazzostiamoparlando?. Quando si parla così tanto di sè per giustificare la propria esistenza beh, per me c’è un problema. Andate, fate cose e lasciate che siano esse a parlare per voi.
Ah dimenticavo! io ero andata a parlare di community building e misurazione dei risultati che era anche il motivo per cui avevo iniziato a scrivere questo post (sotto allego documentazione di prova)
12 Thursday Mar 2015
Posted community, engagement, online community, phd, social media, speech
inJust a sneak peek 🙂
Convegno “Digital library: la biblioteca partecipata”, Milano 12 marzo 2015 #stelline15
22 Wednesday May 2013
Posted speech
inMe ne vado in gita raccogliendo un invito dei bibliotecari di Crema che hanno organizzato una giornata di riflessione davvero originale nel mondo delle biblioteche. Il 30 maggio prenderò parte assieme a tanti amici e (ex-?) colleghi alla giornata “I bibliotecari si raccontano: sfide opportunità e alleanze”
Yes, I did it again! Lo so che mi ero ripromessa di non andare più in giro a parlare di biblioteche perché ormai è un tema sul quale non lavoro più e ci sono tanti bravi e preparati bibliotecari che hanno cose intelligenti da dire, ma la tavola rotonda di Crema ha qualcosa di speciale.
Innanzitutto perché non si parla del contenitore e del contenuto ma dell’anima sociale della biblioteca: i professionisti che vi lavorano e poi perché ci sono al tavolo tante persone che stimo e con le quali sono in relazione solo online e non vedo l’ora di conoscere di persona (con una certa ansia da primo appuntamento).
Il programma vede (in ordine di apparizione): Anna Galluzzi (che scrive di biblioteconomia con una profondità critica invidiabile e ha una montatura degli occhiali bellissima), la “mia” Caterina Ramonda con cui ho condiviso l’Università e le gioie del blog, Roberta Cirmbelli di Extratime (che bello quando i bibliotecari usano per definirsi la qualifica di blogger), Virginia Gentilini che non mi sembra possibile che ancora non conosco di persona (adoro il suo blog a partire dalla frase “Le biblioteche sono piene di libri, ma è solo un caso”, le chiederò come fa a leggere tutta quella roba di cui scrive, è il mio “bigino” sui social media), poi ci sarei io con le mie fregnacce e infine Francesco Serafini che è quasi un vicino di casa ma che non ho mai conosciuto di persona.
Tutti a parlare dell’essere bibliotecario oggi. Sono davvero curiosa di sapere che immagine dipingeremo. Ci sarebbe da invitare qualche giornalista che ripropone sempre le stereotipate immagini del bibliotecario. Anzi giornalisti o tutti voi che avete l’idea del topo di biblioteca se volete venire siete ben accetti, ma ricordatevi di iscrivervi!
17 Thursday May 2012
Ve ne avevo parlato qui e adesso è arrivato il momento di formalizzarla e presentarla. Oggi ho presentato il risultato del mio lavoro al METIDMATCH e questo è ciò che ne è uscito
09 Wednesday May 2012
13 Tuesday Mar 2012
Posted community management, speech
inI nuovi alfabeti della biblioteca: Viaggio al centro di un’istituzione della conoscenza nell’era dei bit: dal cambiamento di paradigma ai linguaggi del cambiamento
Milano, 15-16 marzo 2012